Lupo Editore
- Rif.: inf13
- ISBN 978-88-66671-94-7
- Dimensioni: 18 X 27 cm
- Genere: Favola
- Data pubblicazione: Aprile 2015
- Illustrazioni: Illustrato da Luisa Tomasetig
Come molti altri antichi racconti di questo genere, la storia di Perseo – dalla sua nascita divina alle sue avventure su Pegaso, il prodigioso cavallo alato nato dal sangue della terribile Medusa – appartiene alla sfera dei miti. E che cos’è un mito? Cominceremo col dire che non è una leggenda perché questa, per quanto fantasiosa sia, si collega sempre a un dato storico/geografico reale (come per il paladino Orlando a Roncisvalle, ad esempio) e nemmeno una favola, perché con questa non condivide lo scopo di intrattenere, benché certi altri aspetti lo rendano simile sia alla leggenda che alla favola.
Il mito è mito perché, pur non raccontando di un tempo e di uno spazio, e quindi non riferendosi a nulla di reale, è vero e come tale sacro. Le sue verità riguardano le paure interiori, il destino, tutto ciò che di incomprensibile riserva l’esistenza; il mito, con la narrazione, viene a mettere ordine dove c’è caos, a insegnare e interpretare, a “ricordare” cose sepolte nella memoria ancestrale dei popoli. Proprio per questa loro sacralità i miti venivano raccontati, cantati, danzati, rappresentati nelle pitture e nella terracotta, scolpiti nella pietra, passando di voce in voce, di danza in danza, di mano in mano. Non appartenendo a nessuno, di fatto appartenevano a tutti e così hanno attraversato i tempi.
“Questo” Perseo tiene conto di tutto ciò: canta il mito adattandolo in versi e ritmi più o meno liberi, lo racconta in forma semplice, lo gioca in immagini che dal ricorso alla tecnica mista (fotografia e pittura) e dall’uso di materiali umili (vecchi chiavistelli, sassi, filacce di stoppa, ecc.) ricava una lettura nuova – leggera e ironica – di eroiche imprese; infine, a dimostrazione del fatto che il mito è senza tempo, ne indica (senza pretese) suggestioni e ispirazioni derivate nei secoli.
Così è il mito: non solo per i bambini, non solo per i grandi, pronto a dire e a dare ancora, in versioni e linguaggi sempre diversi a seconda di chi lo avvicina.
Come molti altri antichi racconti di questo genere, la storia di Perseo – dallasua nascita divina alle sue avventure su Pegaso, il prodigioso cavallo alatonato dal sangue della terribile Medusa – appartiene alla sfera dei miti. E checos’è un mito? Cominceremo col dire che non è una leggenda perché questa,per quanto fantasiosa sia, si collega sempre a un dato storico/geograficoreale (come per il paladino Orlando a Roncisvalle, ad esempio) e nemmenouna favola, perché con questa non condivide lo scopo di intrattenere,benché certi altri aspetti lo rendano simile sia alla leggenda che allafavola.Il mito è mito perché, pur non raccontando di un tempo e di uno spazio, equindi non riferendosi a nulla di reale, è vero e come tale sacro. Le sue veritàriguardano le paure interiori, il destino, tutto ciò che di incomprensibileriserva l’esistenza; il mito, con la narrazione, viene a mettere ordine dovec’è caos, a insegnare e interpretare, a “ricordare” cose sepolte nella memoriaancestrale dei popoli. Proprio per questa loro sacralità i miti venivanoraccontati, cantati, danzati, rappresentati nelle pitture e nella terracotta,scolpiti nella pietra, passando di voce in voce, di danza in danza, di manoin mano. Non appartenendo a nessuno, di fatto appartenevano a tutti ecosì hanno attraversato i tempi.“Questo” Perseo tiene conto di tutto ciò: canta il mito adattandolo in versie ritmi più o meno liberi, lo racconta in forma semplice, lo gioca in immaginiche dal ricorso alla tecnica mista (fotografia e pittura) e dall’uso dimateriali umili (vecchi chiavistelli, sassi, filacce di stoppa, ecc.) ricava unalettura nuova – leggera e ironica – di eroiche imprese; infine, a dimostrazionedel fatto che il mito è senza tempo, ne indica (senza pretese) suggestionie ispirazioni derivate nei secoli.Così è il mito: non solo per i bambini, non solo per i grandi, pronto a dire ea dare ancora, in versioni e linguaggi sempre diversi a seconda di chi loavvicina.
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Nel corso della sua l (...)
Leggi tutto: (Donatella NERI)